SIULM

Sindacato Unitario Lavoratori Militari

Notizie

MILITARI IN DIFFICOLTÀ: INDUMENTI E DIVISE MANCANTI

L'adempimento delle attività militari richiede non solo abilità, addestramento e dedizione, ma anche equipaggiamento adeguato. Tuttavia, sembra che i militari italiani stiano lottando con una carenza di indumenti e divise necessarie per svolgere le loro mansioni in modo efficace. In qualità di rappresentante legale del Sindacato SIULM, ribadisco le preoccupazioni precedentemente sollevate riguardo a questa situazione.

 

Qualche anno fa, un ex Capo di Stato Maggiore istituì "la palestra del pensiero", attraverso questo strumento si potevano proporre azioni concrete per migliorare qualche ramo della complessa macchina militare. Il SIULM non era ancora nato e proposi di abbandonare gli appalti centralizzati adottando un approccio più efficiente alla gestione dell'equipaggiamento relativi alla vestizione militare.

 

Quindi chiudere i vari magazzini vestiario dislocati presso ogni base, creando due centri di stoccaggio e smistamento, modellati sul sistema di distribuzione e-commerce. Questi centri sarebbero responsabili della gestione e della distribuzione delle divise richieste da ogni singolo militare.

 

Per facilitare questo processo, abbiamo suggerito la creazione di un applicativo su Aeronet, il sistema informatico dell'Aeronautica Militare, che consentirebbe ai militari di richiedere le divise di cui hanno bisogno direttamente dal proprio dispositivo d'ufficio. Questo metodo garantirebbe una distribuzione più efficiente delle risorse e ridurrebbe il rischio di acquistare indumenti non necessari o di taglie sbagliate.

 

Inoltre, proponiamo l'assegnazione di una cifra massima annuale a ciascun militare per l'acquisto di indumenti e divise. Questo sistema permetterebbe ai militari di gestire in modo più autonomo il proprio equipaggiamento, evitando sprechi e garantendo che ogni membro delle Forze Armate abbia accesso ai vestiti necessari per svolgere le proprie mansioni in modo adeguato.

 

È essenziale che le autorità competenti prendano in considerazione queste proposte e agiscano prontamente per risolvere il problema della carenza di indumenti e divise nelle Forze Armate italiane. Solo attraverso un approccio innovativo e orientato al miglioramento continuo possiamo garantire che i nostri militari dispongano delle risorse necessarie per difendere e proteggere il nostro Paese in modo efficace.

IL SEGRETARIO GENERALE INTERFORZE

Dottor Luigi TESONE

 

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Sede legale: Via Divisione Julia, n°46 - 31036 Istrana (TV)
E-MAIL: segretariogeneraleinterforze@siulm.it


Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SI.U.L.M.), organismo di riferimento per la tutela dei diritti del personale con le “stellette”, nasce nel 2018 dalla brillante idea di 15 Militari appartenenti all’Esercito Italiano, all’ Aeronautica Militare ed all’Arma dei Carabinieri. L’abrogazione della norma sul divieto di costituire associazioni ha spinto questo gruppo di pionieri, animanti dalla sensibilità e dal senso di prodigalità nei confronti dei colleghi in difficoltà e precari, a staccarsi dalle vecchie logiche della rappresentanza militare per abbracciare il nuovo credo: “Tutelati Sempre”. Il SIULM è iscritto al nr. 18 dell’Albo delle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale (APCSM) tra Militari presso lo Stato Maggiore Difesa e a ottenuto la piena rappresentatività firmando l’Atto in data 13 marzo 2024.

SI ALLARGA L’INCHIESTA SUI VACCINI COVID-19. QUANDO UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA?

I recenti sviluppi nell'ambito delle indagini sulla società Pfizer, hanno sollevato interrogativi sulla gestione della pandemia di COVID-19. La Procura Europea (Eppo) sta indagando su l’ipotesi di illecito penale, in relazione alle modalità con cui sono state condotte le trattative tra il Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e l’Amministratore Delegato di Pfizer, per la fornitura in ambito Unione Europea (U. E.) dei vaccini. A riferirlo in data 02 aprile è stata la testata giornalistica “La Repubblica”. Questa notizia ha scosso fortemente l’opinione pubblica, essa arriva in un momento cui molti si interrogano sulle decisioni prese dai Governi dell’U. E. durante il periodo critico della diffusione del virus.

Come ormai noto a tutti, il SiULM (Sindacato Unitario Lavoratori Militari) è stato forse l'unico sindacato Militare garantista circa il diritto dei lavoratori “in divisa” alla scelta di vaccinarsi o meno. Questa indagine rafforza i dubbi e le richieste del SiULM per l'istituzione di una commissione d'inchiesta per fare luce sugli eventi legati alla pandemia. Il SiULM in questo lasso di tempo, ha continuato a sollecitare un'indagine approfondita sugli accadimenti. L’ 8 maggio 2023, i nostri dirigenti incontrarono il Ministro della Difesa, Guido CROSETTO, in quella sede chiedemmo a gran voce proprio l’istituzione di una commissione ad hoc. L’occasione fu propizia per pretendere la restituzione, per i Militari non vaccinati e sospesi dal servizio, degli “stipendi sottratti” nonché, il ripristino delle anzianità di servizio ingiustamente decurtate.

La richiesta del SiULM riflette la crescente preoccupazione riguardo la trasparenza e le responsabilità nella gestione della pandemia. Una commissione d'inchiesta potrebbe esaminare in dettaglio le azioni del Governo italiano, delle aziende farmaceutiche e delle organizzazioni internazionali durante la crisi sanitaria. Quest’ultima potrebbe eventualmente rilevare gli errori commessi o strumentalmente voluti per altri fini. Un'indagine completa sicuramente contribuirebbe a ristabilire la fiducia della gente nelle istituzioni e nei processi decisionali relativi alla salute pubblica.

 

Istrana, 03/04/2024

 

IL SEGRETARIO GENERALE INTERFORZE

Dottor Luigi TESONE

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PAGA DA FAME: IL DECLINO DELLE FORZE ARMATE ITALIANE

Negli ultimi anni, il reclutamento nelle forze armate italiane è stato costantemente minato da una serie di sfide, tra cui il basso interesse dei giovani a intraprendere una carriera militare. Una delle principali cause di questo declino è rappresentata dalle retribuzioni insufficienti offerte ai militari, che si traducono in una vera e propria "paga da fame" non al passo dell’inflazione e concorrenza civile.

Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari SIULM ha da qualche tempo evidenziato questa problematica, mettendo in guardia sulle conseguenze che ne deriverebbero. Tuttavia, le previsioni del SIULM stanno diventando realtà in modo sempre più evidente, con impatti efficaci sul reclutamento e sulla capacità delle forze armate di attirare giovani e, sul morale del quadro permanente.

Il recente progetto del governo Meloni, che propone di arruolare giovani cittadini stranieri in cambio della cittadinanza, evidenzia ulteriormente il problema. L'idea di reclutare stranieri è stata avanzata come soluzione alla crescente difficoltà nel trovare reclute tra i cittadini italiani. Tuttavia, questa proposta solleva interrogativi sulla capacità delle forze armate di garantire la sicurezza nazionale e l'efficacia operativa con personale che potrebbe non avere un forte legame con il paese.

La questione della retribuzione è centrale in questo dibattito. Le paga offerte ai militari italiani, tra le più basse in Europa, sono considerate inadeguate rispetto ai sacrifici e agli impegni richiesti dalla professione militare. Con stipendi che difficilmente superano i 1100 euro al mese per i volontari in ferma iniziale, molti giovani preferiscono cercare opportunità lavorative altrove, anche se ciò comporta rischi e condizioni meno sicure.

Questa situazione è particolarmente preoccupante alla luce della situazione geopolitica internazionale sempre più instabile, che richiede forze armate pronte e ben equipaggiate per far fronte a minacce emergenti. Senza un adeguato incentivo economico, diventa sempre più difficile attrarre e trattenere il personale militare qualificato. (Non si vive di sola gloria).

La proposta di arruolare stranieri, sebbene possa offrire una soluzione temporanea al problema del reclutamento, non risolve la radice del problema: la mancanza d’incentivi e riconoscimento per il personale militare italiano. Affrontare seriamente questa questione richiederà un impegno efficace da parte del governo e delle istituzioni competenti per garantire che le forze armate italiane siano in grado di attirare e trattenere giovani di cui hanno bisogno per garantire la sicurezza nazionale e internazionale.

In conclusione, è evidente che la questione della paga da fame sta avendo un impatto significativo sulle forze armate italiane, minando la loro capacità operativa e la loro attrattività per potenziali reclute. È necessario un intervento urgente per affrontare questa problematica e garantire che il personale militare sia, si legato alla causa, ma adeguatamente compensato per il proprio servizio e sacrificio a beneficio della patria.

 

Il Segretario Generale Interforze

Dott. Luigi Tesone


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SUDDIVISIONE EQUA DEL LAVORO PER EVITARE PROBLEMI LEGALI

Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SIULM) ha recentemente preso in considerazione una questione di fondamentale importanza per la tutela dei diritti dei militari in servizio. La recente sentenza della Corte di Cassazione riguardante la richiesta di risarcimento del danno per "straining", derivante da un lavoro stressante e da troppi straordinari, ha evidenziato la necessità di un'azione preventiva da parte delle istituzioni militari per evitare potenziali controversie legali.

 

In linea con i principi costituzionali sanciti dall'art. 32 e 36 della Costituzione italiana, nonché con l'art. 2087 del codice civile, che garantiscono il diritto alla salute, al riposo e alla tutela dell'integrità fisica e morale dei lavoratori, il SIULM ha suggerito al Capo di Stato Maggiore della Difesa di adottare misure concrete per garantire una suddivisione equa del lavoro all'interno delle forze armate.

 

A quanto risulta a questo sindacato "purtroppo" il ruolo degli ufficiali è quello che effettua più straordinari rispetto agli altri ruoli e se questo sicuramente comporta delle maggiori entrate, dall'altro lato gli stessi potrebbero essere sottoposti a particolare stress.

 

Il quadro normativo italiano stabilisce chiaramente i limiti di orario di lavoro e le regole per il lavoro straordinario. Tuttavia, la realtà operativa potrebbe comportare situazioni in cui i militari sono esposti a un carico di lavoro eccessivo, che potrebbe compromettere il loro benessere fisico e mentale, oltre a violare i loro diritti costituzionali e legali.

 

La sentenza della Corte di Cassazione ha introdotto il concetto di "straining", riconoscendo ai lavoratori il diritto al risarcimento per il solo fatto di aver lavorato più del dovuto in un ambiente stressante. Questo nuovo paradigma legale implica che i militari potrebbero avere un maggiore margine di azione nel richiedere un risarcimento per danni derivanti da un lavoro eccessivo e stressante.

Pertanto, al fine di evitare potenziali controversie legali e proteggere i diritti dei militari, il SIULM suggerisce al Capo di Stato Maggiore della Difesa di adottare le seguenti misure:

 

1. *Revisione dei Carichi di Lavoro:* Si consiglia di condurre un'analisi approfondita dei carichi di lavoro all'interno delle diverse unità militari, al fine di identificare eventuali disuguaglianze e ridistribuire equamente il lavoro tra il personale.

 

2. *Monitoraggio dell'Oraio di Lavoro:* Si raccomanda di implementare sistemi di monitoraggio dell'orario di lavoro per garantire il rispetto dei limiti previsti dalla legge e dai contratti collettivi.

 

3. *Formazione e Sensibilizzazione:* È importante sensibilizzare i comandanti e il personale sulle implicazioni legali e sui rischi derivanti da un lavoro eccessivo e stressante, fornendo loro strumenti e risorse per gestire in modo efficace i carichi di lavoro e promuovere un ambiente lavorativo sano e produttivo.

 

4. *Supporto Psicologico:* È fondamentale fornire supporto psicologico e risorse di assistenza al personale militare che potrebbe essere stato esposto a situazioni di stress lavorativo prolungato.

 

In conclusione, il SIULM riconosce l'importanza di garantire il rispetto dei diritti dei militari in servizio e la necessità di adottare misure preventive per evitare potenziali controversie legali legate a un lavoro eccessivo e stressante. La suddivisione equa del lavoro e il rispetto dei limiti di orario sono fondamentali per promuovere il benessere e la produttività all'interno delle forze armate italiane.

 

Il Segretario Generale Interforze

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IL SIULM SI ASPETTA L'IMPEGNO DELL'ONOREVOLE MOLTENI PER IL RICONOSCIMENTO DEI 6 SCATTI

Onorevole Molteni,

le sue recenti dichiarazioni riguardo il ripristino dei Militari a presidio delle città ci aggradano perché il nostro lavoro è sempre nascosto o quasi invisibile, qualche anno fa in un interlocuzione avuta con il Generale di Squadra Aerea Tiziano TOSI dissi: "Generale dobbiamo fare in modo che il nostro lavoro sia più visibile, a volte ho l'impressione che siamo visti come parassiti dalla società civile perché non sanno il lavoro che facciamo ogni giorno", il Generale mi rispose: “Il nostro lavoro è proprio questo fare grandi cose in silenzio per il bene del Paese.”.

Onorevole Molteni spero che lei, ma soprattutto il Ministro Crosetto vogliate dare sempre più risalto all'impegno che ogni giorno i Militari profondono nelle città italiane, ma anche in giro per il mondo in terre, mari e cieli stranieri.

Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SiULM) desidera ricordare che i Militari italiani non svolgono esclusivamente ruoli interni nel mantenimento dell'ordine pubblico (Operazione Strade Sicure dal 2008). Essi presidiano anche territori e interessi strategici all'estero per la tutela della sicurezza e degli interessi della nostra amata Italia. Nonostante ciò, troppo spesso sono trattati come uomini in divisa di serie B.

È fondamentale riconoscere l'importanza e la complessità dei compiti che i Militari italiani svolgono quotidianamente. Ciò include anche la necessità di garantire loro condizioni di lavoro adeguate e un giusto riconoscimento professionale.

In particolare, il SIULM solleva un tema che ha profonde implicazioni sul benessere economico e morale di coloro che servono la nostra nazione con dedizione e sacrificio, la questione dei sei scatti nel trattamento di fine servizio per i Militari. In particolare, chiediamo che quanto ammesso per personale delle Forze dell’Ordine ad Ordinamento Militare (Carabinieri e Guardia di Finanza), prevista dall’Art.13 della Legge 10 dicembre 1973, n. 804, al fine di garantire equità non solo ordinamentale, ma di trattamento tra Militari.

Chiediamo quindi all’Onorevole Molteni, di prendere in considerazione questo appello e di impegnarsi per il riconoscimento dei sei scatti per i Militari italiani. È un passo fondamentale verso la valorizzazione del loro ruolo e del loro contributo alla Sicurezza e alla Difesa del nostro Paese.

Confidiamo nella Sua sensibilità e nella Sua volontà di agire per il bene dei nostri Militari e, di conseguenza, per il bene dell'Italia nel suo complesso.

Restiamo in attesa di una sua positiva risposta e ci auguriamo che questo appello possa trovare ascolto e concretezza nelle sue azioni future.

 

Istrana, 30/03/2024

 

IL SEGRETARIO GENERALE INTERFORZE

Dott. Luigi TESONE

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Email: segretariogeneraleinterforze@siulm.it


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