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Sindacato Unitario Lavoratori Militari

Notizie

IN AERONAUTICA IL FUTURO È DEI LAVATIVI?

Negli ultimi giorni il SiULM ha ricevuto numerose segnalazioni di malcontento dai militari dell'Aeronautica.
Il motivo principale riguarda la gestione dei trasferimenti del personale regolata dalla direttiva DIPMA UD 001, che ha introdotto l'istituto della MIM (Mobilità Interna Militare). Questo strumento, concepito per facilitare una rotazione efficiente e funzionale delle risorse all'interno delle diverse basi e strutture dell'Arma, sembra essere oggi al centro di un paradosso operativo.

Al SiULM (Sindacato Unitario Lavoratori Militari), sono giunte segnalazioni che da quest'anno molti comandanti di corpo stanno bloccando alcuni trasferimenti, tale situazione sarebbe giustificata dalla presunta “indispensabilità” delle risorse in questione. In altre parole, chi viene considerato fondamentale per il funzionamento quotidiano della struttura è trattenuto al suo posto, senza possibilità di spostamento. Questo approccio, sebbene giustificato dalle esigenze operative, sembra nascondere delle gravi conseguenze a lungo termine.

Un futuro di lavativi?
Il SiULM denuncia  preoccupazione per il rischio che l'attuale gestione dei trasferimenti crei un ambiente lavorativo fortemente demotivante. Invece di premiare la competenza e il merito, il messaggio che si rischia di trasmettere è che solo chi è inefficiente o problematico ha più probabilità di ottenere un trasferimento. Se, infatti, i comandanti ritengono alcuni militari “indispensabili” e li trattengono contro la loro volontà, potrebbe innescarsi una pericolosa spirale in cui il personale più qualificato e produttivo sarà bloccato, mentre chi è percepito come meno utile verrà liberato più facilmente.

La logica distorta che emerge da questa situazione è la seguente: se vuoi ottenere un trasferimento, devi farti percepire come un problema. Lavativi, nullafacenti e coloro che creano difficoltà potrebbero avere la strada spianata per cambiare destinazione, mentre i militari impegnati e professionali resterebbero intrappolati nei loro reparti ed incarichi attuali, soffocando ogni possibile aspettativa.
Implicazioni per la morale e l’efficienza operativa
Questa situazione pone una grave minaccia alla morale del personale dell'Aeronautica. Se il personale avverte che il loro impegno e le loro competenze non vengono riconosciute, ma piuttosto penalizzati, il rischio è di assistere a una progressiva perdita di motivazione. Un ambiente in cui il merito non è valorizzato ma, al contrario, è un ostacolo per la carriera e i trasferimenti, potrebbe portare ad un inevitabile calo dell’efficienza operativa.
Inoltre, se questa percezione si diffondesse a macchia d'olio, l'Aeronautica Militare rischierebbe di ritrovarsi con una forza lavoro demotivata e poco incline al sacrificio. I comandanti si troverebbero a dover gestire un personale poco propenso a dare il massimo, consapevole che ogni sforzo potrebbe essere controproducente per i propri interessi personali.
Urge un cambio di rotta
È evidente che la gestione attuale dei trasferimenti, se non corretta, rischia di trasformare l'Aeronautica Militare in un’istituzione priva di meritocrazia, dove il futuro della carriera di un militare è legato non tanto alle sue competenze e al suo impegno, quanto alla sua capacità di essere percepito come un peso.

Il SiULM lancia un appello al Capo di SMA Generale di Squadra Aerea Luca Goretti per immediato cambio di tendenza  affinché il personale possa vedere realizzate le proprie aspettative.

Serve un cambio di rotta, e serve subito.


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IN DISCUSSIONE AL SENATO UN DISEGNO DI LEGGE MIGLIORATIVO DELLE CONDIZIONI PENSIONISTICHE

Grazie al costante impegno del SIULM (Sindacato Unitario Lavoratori Militari), finalmente sembra prendere forma un provvedimento che potrebbe migliorare sensibilmente le condizioni pensionistiche dei militari. Il Disegno di Legge S. 606, attualmente in discussione presso il Senato, si pone l’obiettivo di ridurre le disparità di trattamento pensionistico tra il personale delle Forze armate e quello civile, penalizzato dal metodo contributivo introdotto con la Riforma Dini del 1995.

Il SIULM si è battuto duramente affinché venissero riconosciuti i sacrifici e le specificità del personale militare, che spesso affronta limitazioni personali e rischi operativi elevati. Grazie a queste pressioni, il DDL S. 606 propone importanti misure perequative, come l'adeguamento dei coefficienti di trasformazione, l'introduzione di benefici per il periodo di servizio, e una maggiore flessibilità nel calcolo della pensione, specialmente per chi non raggiunge la massima anzianità contributiva.

Il risultato atteso di queste misure, qualora approvato, sarebbe un sensibile miglioramento delle condizioni previdenziali per migliaia di militari, eliminando le ingiustizie accumulate negli anni e consentendo una pensione più equa. Il ruolo del SIULM è stato determinante nel portare avanti questa battaglia, che sembra ormai avviata verso una felice conclusione. I militari, che da tempo attendevano un riconoscimento concreto per il loro impegno, possono finalmente sperare in una pensione più adeguata grazie al lavoro incessante del SIULM.

Qui il testo della proposta di legge


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SIULM CHIEDE IL RITORNO DEL SERVIZIO AUTOCOMPENSANTE PER I TURNISTI DELL'AERONAUTICA MILITARE

Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SiULM) ha recentemente avanzato una richiesta cruciale per la tutela dei diritti dei turnisti dell'Aeronautica Militare, chiedendo il ripristino del servizio autocompensante. Questa forma di organizzazione del lavoro, che permette di bilanciare in modo più equo le ore di servizio con i riposi, rappresenta un'importante misura di tutela per i militari che svolgono attività su turni.

Negli ultimi anni, i turnisti dell'Aeronautica hanno visto un progressivo deterioramento delle condizioni lavorative, a causa di una gestione meno flessibile e meno compensatoria dei turni di servizio. I lavoratori lamentano carichi eccessivi di lavoro e tempi di recupero insufficienti, con un impatto diretto sulla loro salute fisica e mentale, oltre che sulla qualità della vita personale e familiare.

Il servizio autocompensante permetteva ai militari turnisti di equilibrare le ore di lavoro accumulate con riposi compensativi in modo proporzionato, garantendo così un miglior recupero psico-fisico e una maggiore soddisfazione lavorativa. Questo sistema si fonda sul principio della reciprocità tra lavoro e riposo, che ha come obiettivo principale la tutela del benessere del lavoratore.

Il ritorno a questo sistema, sostiene il SiULM, ridurrebbe lo stress e la fatica accumulata dai militari che svolgono turni particolarmente impegnativi, soprattutto in un  contesto operativo delicato dove la prontezza e l'efficienza sono fondamentali.

Il SiULM ha evidenziato che la mancanza del servizio autocompensante sta mettendo ancora più in difficoltà chi svolge il servizio in grandi città e, dati i bassi stipendi, ha preferito sviluppare la propria famiglia nei luoghi di origine o comunque a 150/200 km di distanza dalla sede di servizio.

Abbiamo testimonianza di militari che ci hanno confidato che a queste condizioni dovranno congedarsi.


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NO ALL'AUMENTO DELLE ETÀ PENSIONABILE

Dopo le voci che giornalini e giornalai mettono in giro per fare abituare il popolo, Il SiULM (Sindacato Unitario Lavoratori Militari) comunica che si batterà con ogni mezzo possibile anche ricorrendo al supporto di tutti i colleghi nelle piazze, per evitare un innalzamento dell'età pensionabile per i militari. Difenderemo i diritti degli uomini in divisa contro l'ennesima manovra economica che punta a fare cassa sul pubblico impiego, in particolare sul Comparto Difesa.

L'aumento dell'età pensionabile a partire dal 2026 sarebbe una mannaia per chi presta servizio in condizioni particolarmente gravose.

Il SiULM ritiene ingiusto penalizzare ulteriormente questo settore, infatti è necessario ricordare che alle donne ed uomini  che vestono una divisa è richiesta prestanza fisica, prontezza negli interventi da compiere e tante altre caratteristiche che con l'avanzare dell'età si perdono.

Il SIULM DICE NO ALL'AUMENTO DELL'ETÀ PENSIONABILE.


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RICORSO IN FAVORE DELLE PROFESSIONI SANITARIE

Il SIULM (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Militari) a tutela di tutti gli infermieri militari ha deciso di presentare un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per tutelare dei diritti di tutti gli infermieri militari e delle altre professioni sanitarie militari iscritti al SIULM.

Tale ricorso, volto a garantire che le giuste aspettative di questi professionisti siano soddisfatte, mira a ottenere il riconoscimento delle stesse condizioni lavorative e opportunità di carriera riservate agli infermieri civili e ai loro colleghi della NATO.

Il ricorso è basato su diverse rivendicazioni chiave, tra cui il riconoscimento dell'inquadramento in posizioni direttive e dirigenziali, lo sviluppo di carriera adeguato e il risarcimento per il demansionamento subito. Inoltre, si richiede il riconoscimento del diritto all'esercizio della libera professione e un risarcimento per la perdita di opportunità, poiché altri sottufficiali hanno potuto concorrere per il ruolo di ufficiali, mentre agli infermieri militari questa possibilità è stata preclusa. Infine, il SiULM chiede l'inserimento degli infermieri nel Corpo sanitario militare, una misura che consentirebbe di valorizzare ulteriormente le competenze di questi professionisti.

Per poter procedere, il SiULM attende l'adesione di almeno 100 iscritti, sottolineando che il ricorso sarà completamente gratuito per i partecipanti. Tale iniziativa rappresenta un passo importante nella lotta per la tutela dei diritti degli infermieri militari, garantendo che il loro ruolo sia riconosciuto e valorizzato all'interno del sistema sanitario e militare nazionale.

Per poter aderire anche tu accedi alla pagina dedicata.

SGRAVIO FISCALE DI €610 PER I MILITARI: MISURA INSUFFICIENTE, SI CHIEDE LA FLAT TAX AL 15%

Recentemente è  stata approvata dal governo una misura che prevede una riduzione d'imposta per i redditi da lavoro dipendente non superiori a 30.208 euro, è stato confermato anche dalla Corte dei Conti. Tale misura, introdotta con il DPCM in attuazione dell'art. 45, co. 2 del D.Lgs. n. 95/2017, si traduce in uno sgravio massimo di 610,50 euro per il personale delle Forze di polizia e delle Forze armate.

Molti criticano l’esiguità di questa misura, ritenuta simbolica e insufficiente rispetto alle reali esigenze economiche di chi serve lo Stato, specialmente in un contesto di inflazione crescente. I 610 euro, infatti, non rappresentano un sollievo concreto per chi affronta carichi di lavoro sempre maggiori, straordinari non riconosciuti adeguatamente e condizioni di servizio impegnative.

Da tempo il SiULM  chiede una flat tax al 15% su straordinari e accessori, considerata una soluzione più equa e utile per aumentare il reddito disponibile del personale. Questa misura permetterebbe di valorizzare il lavoro supplementare, spesso determinante per l’economia familiare dei militari, riducendo la pressione fiscale su voci retributive accessorie.

In definitiva, lo sgravio di €610 appare limitato e insufficiente: la flat tax rimane la vera richiesta del SiULM per garantire un beneficio fiscale concreto.

IL SEGRETARIO NAZIONALE DEL SiULM
Dottor LUIGI TESONE


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INIZIATIVA DEL SIULM PER IL TRATTAMENTO DI FINE SERVIZIO (TFS) DEI MILITARI

Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SiULM) si sta impegnando attivamente per garantire un diritto fondamentale al personale delle Forze Armate: la tempestiva erogazione del Trattamento di Fine Servizio (TFS). In una serie di azioni coordinate, il SIULM ha portato questa cruciale questione sul tavolo della Funzione Pubblica, sottoponendola all'attenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministro per la Pubblica Amministrazione, del Ministro della Difesa, e del Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Attualmente, i militari si trovano a dover affrontare un'inaccettabile disparità rispetto ai lavoratori privati in regime di Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Mentre i dipendenti privati ricevono il TFR entro 30 giorni dalla cessazione dell’attività di lavoro, i militari devono subire il differimento e la rateizzazione nel versamento del TFS. Il ritardo e la rateizzazione del pagamento rappresentano un peso economico significativo, costringendo molti lavoratori con le stellette a ricorrere a prestiti bancari per disporre  immediatamente di somme che spettano loro di diritto, sostenendo oneri aggiuntivi.

Il SIULM, consapevole delle gravi conseguenze di questa situazione, ha proposto una modifica all'articolo 1908 del Codice dell'Ordinamento Militare (decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66). Questa proposta, comprensiva di relazione tecnica, mira a risolvere l'ingiustizia subita.

La proposta garantirebbe loro il pagamento del TFS in un'unica soluzione e con tempestività, con il riconoscimento di interessi qualora si superino i termini previsti.
Le Basi Giuridiche e la Rilevanza Costituzionale:
L'iniziativa del SiULM si fonda su due importanti precedenti giurisprudenziali, le sentenze 159/2019 e 130/2023 della Corte Costituzionale, che hanno riconosciuto l'illegittimità dell'attuale disciplina in materia di TFS. La Corte ha chiarito che il principio costituzionale della giusta retribuzione include non solo l'adeguatezza dell'importo, ma anche la tempestività della sua erogazione, sottolineando l'inaccettabilità di un prolungamento eccessivo dei tempi di pagamento.

Il SIULM ha dunque formalmente avanzato la proposta al Presidente del Consiglio dei Ministri e agli altri rappresentanti istituzionali di intervenire con urgenza, inserendo questa modifica normativa nel prossimo veicolo legislativo disponibile.

L'azione del SIULM rappresenta un passo decisivo verso il riconoscimento della specificità e quindi dei diritti dei militari italiani, un passo che le istituzioni non possono più ignorare. La tempestiva erogazione del TFS è una questione di dignità e rispetto per chi ha servito il Paese con dedizione e sacrificio.

Qui il link al video: https://youtu.be/WP32sBuGaj4


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IL SIULM CHIEDE L'APPLICAZIONE DELL'ARTICOLO 53 DELLA COSTITUZIONE E QUINDI UNA FLAT TAX PER I MILITARI

Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SiULM) già nel mese di Luglio ha avanzato una richiesta cruciale: l'applicazione dell'articolo 53 della Costituzione italiana, con l'obiettivo di garantire equità fiscale per i militari, analogamente a quanto previsto per altre categorie professionali, come medici, infermieri e titolari di partita IVA ecc...

L'articolo 53 della Costituzione sancisce un principio fondamentale del sistema tributario italiano: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività." Questo principio dovrebbe garantire che ogni cittadino contribuisca al finanziamento dello Stato in proporzione alle proprie possibilità economiche.

Il sindacato sottolinea che alcune categorie, come i medici, gli infermieri e i titolari di partita IVA ecc.., beneficiano già di un regime fiscale agevolato, come la flat tax, che semplifica il calcolo delle imposte e riduce la pressione fiscale.

Questa aliquota unica, infatti, applicata sui redditi, garantisce un sistema più semplice e prevedibile, che il SiULM ritiene debba essere esteso anche ai militari.

Il SiULM chiede che anche i militari possano beneficiare di una flat tax, in modo da allineare il loro trattamento fiscale a quello riservato alle summenzionate categorie professionali.

I militari svolgono un silenzioso ruolo cruciale per la società, contribuendo in modo significativo al benessere e alla sicurezza del Paese. Nonostante ciò, il loro regime fiscale attuale non rispecchia appieno questo contributo.

Estendere la flat tax ai militari, secondo il sindacato, non solo rappresenterebbe un atto di giustizia ed equità, ma permetterebbe anche di riconoscere il valore del loro impegno quotidiano.


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CARO CARMELO BURGIO

Caro Carmelo Burgio,

vorrei prendere un momento per riflettere su un punto fondamentale: nessuno, indossando una divisa, dovrebbe essere mandato al fronte o allo sbaraglio senza la dovuta considerazione e tutela. Troppo spesso si parla del mondo militare con superficialità, senza comprendere realmente la complessità e le difficoltà che i nostri uomini e donne in divisa affrontano quotidianamente.

Il SiULM (Sindacato Unitario Lavoratori Militari) si pone una domanda cruciale: perché un militare dovrebbe avere diritti diversi dagli altri cittadini, specialmente quando si tratta di questioni come la retribuzione, dove spesso è trattato peggio del cittadino comune? È fondamentale ricordare che i sindacati militari, come il SiULM, sono nati proprio per difendere i diritti di coloro che, per anni, hanno operato in caserme chiuse, privati dei diritti fondamentali.

Dobbiamo riconoscere e applaudire il coraggio dell'allora Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che ha autorizzato la nascita del primo sindacato interforze, proprio il SiULM. Questa è stata una svolta storica per la tutela dei diritti dei militari, finalmente riconosciuti come lavoratori a tutti gli effetti, con il diritto di essere ascoltati e protetti.

Il nostro impegno è continuare a sostenere questi diritti e assicurarci che nessun militare sia mai considerato un cittadino di serie B.

2° MESE CONGEDO PARENTALE, UN NUOVO SVILUPPO SORPRENDENTE

2° mese Congedo parentale, un nuovo sviluppo sorprendente: emerge che ci sono stati dei quesiti e quindi una risposta datata 13 agosto 2024

Recentemente, il Siulm (Sindacato Unitario Lavoratori Militari) ha portato alla luce una questione di grande rilievo attraverso una lettera ufficiale e un video esplicativo, disponibile al pubblico sul nostro canale YouTube.

Questi hanno sollevato preoccupazioni significative riguardo alla possibilità, anche per i militari, di fruire dei benefici previsti dal art. 1 comma 179 della legge finanziaria 2024.
In seguito a ciò, improvvisamente è emersa una risposta a quesiti posti da SME e Comando Generale dei Carabinieri datata 13 agosto 2024 che sembra essere completamente sconosciuta ai più fino a ieri.

La nota esplicativa in questione, inviata dalla Direzione Generale per il Personale Militare (DGPM), affronta le modifiche all'articolo 34 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, riguardanti il trattamento economico del congedo parentale per il personale militare. In particolare, la DGPM ha emesso una nota interpretativa che specifica come solo una parte dei benefici economici previsti dalla nuova normativa possano essere assorbiti dai trattamenti più favorevoli già esistenti, come il congedo straordinario a retribuzione intera, e che quindi ai militari devono essere comunque garantiti, oltre ai "45 giorni a paga intera", altri 15 giorni remunerati al 80%.

Questa circolare, pur essendo di carattere provvisorio, data la sua importanza e le sue implicazioni dirette su migliaia di membri delle Forze Armate, doveva essere condivisa immediatamente.

Il video diffuso dal Siulm, visionabile [qui] (https://youtu.be/ClXxclMrgnA), ha contribuito a far emergere questa situazione.


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