Il 10 luglio si è tenuto a Roma, presso la Funzione Pubblica, il quinto incontro per la definizione del contratto del personale delle Forze Armate.
CONSTATIAMO CHE NESSUN PASSO IN AVANTI È STATO FATTO!
CHIARIAMO CHE NELLA PRIMA PROPOSTA IL GOVERNO PROPONEVA A STENTO 50 EURO NETTI MENSILI E SOLO DOPO LE INSISTENTI AZIONI SINDACALI HA ALZATO UN PO’ IL VALORE CHE, PERÒ SI DIMOSTRA ANCORA INSODDISFACENTE!
Nonostante la propaganda governativa e le fuorvianti notizie date dai media, la realtà dell’ultimo incontro ci porta a circa 90€ medi di aumento netti mensili a partire 2025 (quando a causa dell’inflazione sono stati persi 250 euro mensili) e per i tre anni passati, in cui i militari sono rimasti senza contratto a causa dei ritardi Governativi, intende risolvere la questione con una semplice forfettizzazione totale di 600 euro nette!
Tutto il comparto Difesa ha manifestato il proprio rammarico per l’indifferenza dimostrata dal Governo verso i militari, la loro specificità e i loro sacrifici personali e familiari. Dal primo giorno hanno chiesto un incontro con il Presiedente del Consiglio Meloni ma nulla di fatto è avvenuto.
È inaccettabile che il Governo voglia mettere a carico dei militari e delle loro famiglie i costi dell’operatività delle Forze Armate prelevando soldi dalle loro tasche ovvero riducendo i fondi per gli stipendi al fine di utilizzarli per gli straordinari o altre competenze accessorie.
Alcune sigle sindacali si sono spese in congratulazioni per i risultati raggiunti dal Premier a Washington in tema di aumento di risorse da destinare alla Difesa, ma pensiamo che ci sia ben poco da complimentarsi se questi soldi non saranno utilizzati per migliorare le retribuzioni e le condizioni lavorative del personale !!!
Non possiamo inoltre tacere su quanto sta accadendo al latere delle procedure negoziali.
Il Governo, con la complicità delle Amministrazioni, intende indebolire i sindacati militari approvando regolamenti di attuazione della legge sui sindacati dei militari che continuano a mortificare la funzione delle organizzazioni sindacali rappresentanti del personale, già resa difficile in questi anni dalle posizioni restrittive degli Stati Maggiori.
Per non tacere sulle gravi e irragionevoli incongruenze della legge sui sindacati militari che impedisce il pieno esercizio dei diritti sindacali. Assurdità normative note e segnalate più volte al Governo e alla Politica, ma mai prese in considerazione.
LA FEDERAZIONE per l'alto senso di responsabilità che la contraddistingue è disponibile a trattare ma, a quanto pare, dal Governo e dalla funzione pubblica che lo rappresenta, non arrivano gli stessi segnali.
I gravissimi disagi sofferti dalla Forza Armata, dovuti a taluni aspetti organizzativi e alla cronica carenza di personale, sono sistematicamente risolti – usando un eufemismo – solo con il sacrificio del personale e delle loro famiglie.
Nessuna attenzione viene data all’inaccettabile carico di lavoro derivante dal massivo esodo del personale, onere che viene sofferto da tutto il personale, così come permangono e si aggravano i problemi dei volontari che sono privi di tutele giuridiche. Non di meno si trascurano le pesanti responsabilità sofferte dai manutentori dei sistemi d’arma, e da tutti coloro che hanno responsabilità amministrative, civili e penali, per non tacere sulle inaccettabili e gravi carenze logistiche, organizzative e alloggiative o della situazione del personale impegnato nella difesa delle istallazioni penalizzato da politiche sull’orario miopi.
Pura è l’ipocrisia di coloro che si dimostrano stupiti per i gesti estremi di quei militari i quali, sentendosi abbandonati, si lasciano andare a scelte drammatiche ma notoriamente annunciate.
Il Governo dia una svolta alle trattative incontrando le Sigle Sindacali dei Comparti Difesa e Sicurezza per dare risposte certe, dimostrando di rispettare la destinazione dei fondi contrattuali agli stipendi e cercando ulteriori fondi per fronteggiare i bisogni dell’Amministrazione.
Le scriventi Associazioni Sindacali sono pronte a tutelare i propri iscritti e le loro esigenze con ogni lecito mezzo a loro disposizione non esclusa la manifestazione pubblica.