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CONTRATTO DELLE FORZE ARMATE

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CONTRATTO DELLE FORZE ARMATE

 

Il Governo deve ascoltare le esigenze dei militari: un dialogo costruttivo per il rinnovo contrattuale

Il rinnovo del contratto dei militari delle Forze Armate, atteso da tempo, è ancora in alto mare, ostacolato da un atteggiamento che non lascia intravedere una imminente svolta.
A sei mesi dall’avvio delle contrattazioni, nella sala Tarantelli della Funzione Pubblica, la sensazione predominante è quella di una trattativa che parte da due visioni che non convergono ancora sui "fondamentali".
Da una parte il Governo, la Funzione Pubblica e gli Stati Maggiori continuano a muoversi in totale autonomia, ignorando ancora gran parte delle richieste avanzate dalle rappresentanze sindacali.
Dall'altra, le scriventi 5 sigle sindacali in rappresentanza di tutte le forze armate uniscono le forze raggiungendo la maggioranza del tavolo negoziale, al fine di veicolare con ancora più determinazione, alcune pregiudiziali fondamentali rispetto alle aspettative del personale rappresentato.
Occorre scongiurare uno scenario che già adesso genera un forte malcontento tra i militari del Comparto Difesa, i quali si sentono esclusi da un processo che, al contrario, dovrebbe essere il più condiviso possibile.
Le richieste avanzate dai sindacati rappresentano la voce di chi quotidianamente vive le difficoltà e le criticità professionali del comparto e meritano, dunque, ascolto ed attenzione invece di essere marginalizzate.
Purtuttavia, ad oggi, solo una minima parte delle istanze è stata accolta, lasciando ancora irrisolte questioni centrali.
Nelle condizioni attuali una sottoscrizione di questo contratto appare impossibile!
Tuttavia da parte nostra il dialogo sarà sempre aperto se le parti governative accetteranno il ruolo negoziale e paritetico dei sindacati militari, prestando un’adeguata attenzione e considerazione alle reali esigenze del personale e, quindi, evitando che anche questo rinnovo contrattuale diventi un atto d’imperio gerarchico-istituzionale, privo di contenuti e, soprattutto, di consenso dei legittimi rappresentanti del personale militare.