Il SIULM lancia un appello urgente al Governo affinché intervenga per salvaguardare il livello delle pensioni dei militari, che rischiano di subire nell’indifferenza generale un nuovo salasso a partire dal 1° gennaio 2025.
Il SIULM chiede un’azione forte da parte del Ministro della Difesa per evitare che i militari in pensione diventino i nuovi poveri del Paese.
Il sistema contributivo, unito alla riduzione dei coefficienti di trasformazione, rischia di penalizzare ulteriormente il personale militare, che già si trova a dover affrontare le sfide legate alla carriera corta e all’usura professionale. L’APCSM SIULM sottolinea come sia necessario introdurre misure compensative che tengano conto delle peculiarità della vita lavorativa dei militari, al fine di evitare una drastica riduzione degli assegni pensionistici.
L’associazione chiede al governo di attuare interventi che garantiscano equità e dignità a chi ha servito il Paese, spesso con sacrifici e rinunce personali, e che ora rischia di non poter contare su una pensione adeguata.
A partire dal 1° gennaio 2025, entreranno in vigore i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo, come stabilito dal decreto n. 436 del 20 novembre 2024 emanato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. I nuovi valori, applicabili alla quota contributiva della pensione, comportano una riduzione compresa tra l’1,5% e il 2,18% rispetto al biennio precedente.
I coefficienti di trasformazione sono essenziali per il calcolo della pensione nel sistema contributivo: permettono di trasformare il montante contributivo accumulato dal lavoratore durante la carriera nella pensione annua. Più è elevata l’età al momento del pensionamento, maggiore sarà il coefficiente applicato e, quindi, l'importo della pensione.
La revisione dei coefficienti avviene ogni due anni, sulla base della stima dell’aspettativa di vita della popolazione. Tuttavia, l’aggiornamento tende spesso a rendere meno favorevoli i valori, con un conseguente impatto negativo sugli assegni previdenziali futuri.
I nuovi coefficienti validi per il biennio 2025-2026 sono:
4,204% a 57 anni; 4,308% a 58 anni; 4,419% a 59 anni; 4,536% a 60 anni
Ad esempio, un lavoratore con un montante contributivo di 170.000 euro che decidesse di andare in pensione:
- a 57 anni riceverà circa 7.146 euro annui lordi (170.000 x 4,204%);
- a 58 anni riceverà circa 7.324 euro annui lordi (170.000 x 4,308%);
- a 59 anni riceverà circa 7.512 euro annui lordi (170.000 x 4,419%);
- a 60 anni riceverà circa 7.711 euro annui lordi (170.000 x 4,536%).
L’APCSM SIULM ribadisce l’urgenza di un confronto con le istituzioni per individuare soluzioni concrete e immediate, scongiurando il rischio di un futuro di difficoltà economica per il personale militare in quiescenza.
SIULM - Sindacato Unitario Lavoratori Militari
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